LA DUREZZA
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Per durezza di un'acqua si intende un valore che esprime il contenuto
di sali di calcio e magnesio.
La durezza viene generalmente espressa in gradi francesi (°f).
In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue:
  • molto dolci: fino a 7 °f
  • dolci: da 7 °f a 14 °f
  • mediamente dure: da 14 °f a 22 °f
  • discretamente dure: da 22 °f a 32 °f
  • dure: da 32 °f a 54 °f
  • molto dure: oltre 54 °f
La durezza è una proprietà dell’acqua: non vi sono limiti normativi al suo valore per le acque potabili.
La normativa in Italia consiglia per la durezza un limite tra 15 e 50°f per le acque potabili.
Quindi sono da considerarsi inidonee le acque molto dolci, le acque dolci e quelle molto dure.
Un’acqua dura influisce negativamente nei processi di lavaggio: infatti le molecole che costituiscono il detergente si combinano con gli ioni di calcio formando composti insolubili che, oltre a far aumentare il quantitativo di detergente necessario, si depositano nelle fibre dei tessuti facendole infeltrire.
Inoltre, per riscaldamento, le acque dure danno luogo a intorbidamenti, con conseguente formazione di incrostazioni, particolarmente dannose negli impianti sia domestici che industriali.
Una durezza troppo bassa d’altro canto, esalta il potere solvente dell'acqua stessa, che può così portare in soluzione metalli pesanti.
Occorre invece precisare che allo stato attuale delle conoscenze, nessuna influenza negativa può essere attribuita all’elevata durezza di un’acqua per quanto riguarda la salute dell’uomo in generale e, in particolare, all’insorgenza di calcoli renali o biliari.
 
 
Il trattamento domestico di acque potabili
La durezza di un'acqua può venire abbassata facendola passare attraverso un addolcitore su una resina a scambio ionico.
L'installazione di questo tipo di apparecchiature è disciplinato dal: DECRETO 21 dicembre 1990, n. 443 "Regolamento recante disposizioni tecniche concernenti apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili".
Da qualche tempo vengono propagandati e venduti, quali dispositivi tendenti a migliorare le caratteristiche dell'acqua potabile distribuita, una vasta gamma di apparecchi il cui effetto può esplicarsi sulla durezza e/o sui caratteri organolettici (quali addolcitori a scambio ionico, filtri meccanici, dosatori di reagenti chimici, osmotizzatori, filtri a carbone attivo, o apparecchiature che si basano su principi fisici).
Considerato che tali apparecchi vengono utilizzati su acque già distribuite con caratteristiche di potabilità, il decreto si preoccupa del fatto che tali apparecchi, quando installati impropriamente e non correttamente gestiti, potrebbero dar luogo ad inconvenienti di ordine igienico-sanitario, ovvero potrebbero creare più problemi di quelli che devono risolvere.
Pertanto il decreto detta una serie di prescrizioni relative alle apparecchiature destinate al trattamento domestico delle acque potabili, tra cui:
  • Installazione dell'apparecchiature da parte di personale qualificato, secondo le regole dell'arte, e collaudo con certificazione di corretto montaggio.
  • Notifica dell'installazione dell'impianto all'unità sanitaria locale di competenza.
  • Si diventa responsabili della qualità dell'acqua trattata, con tutto ciò che ne consegue.

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